martedì 16 novembre 2010

Fine governo?1

Qui in Francia le informazioni giungono attutite, come separate da una sottile membrana data dal semplice fatto che, affacciandosi alla finestra, marciano ordinatamente file di renault, citroen e peugeot, ma allo stesso tempo vi è l'indiscutibile vantaggio, nell'affrontare il tema, di essere almeno un po' fuori dalla mischia, un poco fuori dal dibattito che strenuamente si riproduce in Italia: Berlusconi, regime, televisione, Berlusconi, informazione...
A quanto sento pare che il presidente del consiglio sia giunto ai suoi ultimi, esausti ed irragionevoli giorni...c'è un gran baccano e un gran tam tam che passa e s'ingigantisce da un giornale all'altro, passando per le centinaia, o forse migliaia, di blog, siti e forum. La fine è vicina. Si dice. Le truppe del signor B. cominciano alla chetichella ad  abbandonare la nave, gli oppositori le scrutano ed indagano, analizzano ed interpretano ogni movimento, ogni dichiarazione. Da poco il presidente della Camera (perché questo è l'onorevole Fini) si è fatto più audace, il suo lento e laborioso lavoro sotterraneo è emerso prepotentemente: tutta la componente che si riconosce in FLI ha presentato le dimissioni dal governo, che si trova così amputato di una parte consistente, ma non maggioritaria, della coalizione che così baldanzosamente si era presentata alle politiche 2008.
Sull'effettiva possibilità che con questo evento possa concretamente chiudersi  il quarto governo Berlusconi e, con esso, il lungo ciclo politico del berlusconismo ho alcune perplessità tanto relativamente alle tempistiche che relativamente alla sostanza del problema.
Comincerò con l'affrontare la seconda perplessità.

Il problema sorge allorquando si presuppone una coincidenza tra Berlusconi ed il berlusconismo, quando cioè si tende a confondere l'azione politica concreta del signor B. ed il sistema di potere, valoriale ed organizzativo che da esso è stato generato. Non attribuisco a B. la capacità sovrumana di aver sviluppato lui solo un sistema. Per quanto diabolica possa essere considerata la sua azione egli non resta che un uomo, il quale deve soggiacere, come noi tutti, alle leggi della natura e dell'economia. Il grosso fraintendimento che sorge allorquando si affronta il problema della società italiana degli ultimi 20 anni riguarda un fraintendimento generale per quanto riguarda la necessaria distinzione  tra induttore ed indotto, detto in altre parole: é stata canale 5 a plasmare gli Italiani, o gli Italiani (almeno il loro ventre) a strutturare i palinsesti del biscione, drive in, veline e bagaglino compresi? E' una querelle che da tempo appassiona i sociologi culturali e rimanda al rapporto che si sviluppa tra società e cultura. Non pretendo di fornire una risposta qui ed ora ad un argomento fascinoso ma che centra fino a un certo punto con il soggetto del presente post.
Ciò che mi preme sottolineare è che la questione si fa interessante quando si trasferiscono i termini della querelle nella sfera della politica. Dunque la questione diventa: é Berlusconi che ha strutturato una società politica (nel senso largo, potrei dire del potere) nuova, o è stata questa società politica ad imporre un Berlusconi come interlocutore e soggetto egemone?

..... la risposta al prossimo post

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