La questione è salita alla ribalta quando è stato pubblicato su youtube il video "Il meglio (non è) di Daniele Luttazzi" costantemente rimosso da youtube per violazione di copyright su rikiesta della Krassner entertainment, legata a Daniele Luttazzi. Il comico rigetta l'accusa, sostenendo che si tratta di citazioni inserite nei suoi spettacoli, e che fanno parte di una caccia al tesoro aperta ai suoi fan per scoprirle. La domanda che si pone è: si tratta di citazioni ed omaggi legittimi nell'arte o più banalmente di plagi?
Premessa
Sono stato un fan sincero di Luttazzi. Ho comprato qualche libro. Il primo, tanti tanti anni fa si chiamava Tabloid: mi aprì un mondo. Ricordo ancora la pagina "Il papa porta sfiga". Geniale.
Cosa volesse dire leggere quelle pagine di satira pungente ed intelligente, per un pischello di 15 anni è facile immaginare. Irriverenza, acume e coraggio.
Non ho mai smesso di seguirlo. Anche crescendo ho trovato in Daniele Luttazzi ottimi spunti di riflessione e risate. Risate strane, nuove, a mezza bocca, difficili, così diverse da quelle piene e spontanee che mi ha sempre provocato Totò. La necessità di ripensarle qualche frazione di secondo, mentalmente connetterne le varie parti, interiorizzarle, comprenderle e dopo, solo dopo, scoppiare in una risata.
Ho sempre stimato Luttazzi per quello che ad alcuni potrebbe apparire come un difetto: la capacità di far ridere in assenza di un talento comico innato.
Non ho mai trovato grandiosa la sua gestualità, spesso contratta, saltellante; il suo tono di voce ed il modo di esporre i suoi monologhi mi sono sempre parsi inesatti, inadeguati.
E tuttavia ciò che me lo ha fatto apparire a lungo come grandioso è stato il lavorio che mi pareva di scorgere dietro. L'impressione che ogni battuta fosse frutto di sforzi intellettuali prodigiosi. Ho creduto addirittura che Luttazzi rappresentasse il miracolo dell'intelligenza e della cultura, capaci di sopperire, con la loro sinergia, alle mancanze della natura.
Ho apprezzato il paradosso tra la sua irriverenza e la sua personale morale. Gli insulti al papa e la difesa a oltranza della legalità. Un paradosso fecondo mi appariva. Pazzo, elettrico e capace di uscire dalle spire mortali del conformismo e del triste mondo del Bagaglino, di Zelig e di striscia la notizia.
Luttazzi, un caso unico nel panorama comico italiano, capace di ignorare bellamente la tradizione autoctona per guardare altrove, agli States: Gaucho Marx e Woody Allen invece che lo sketch del vagone letto e Walter Chiari ed il sarchiapone.
Mi pareva che Luttazzi potesse rappresentare, dopo la comicità reazionaria, piccolo borghese, dopo la comicità d'evasione e la comicità ideologica di una, ad esempio, Guzzanti, una fase ulteriore. L'ideologia della comicità.
Mi ricordo ancora le critiche puntuali, serratissime e definitive che svolse nei confronti di Grillo e del primo V-Day.Da incorniciare. Un abbozzo di cultura istituzionale, politica e sociologica da testo accademico.
Il meglio (non è) di Daniele Luttazzi.
Quando ho visto il servizio delle iene sono rimasto di sale. Il 30% del suo repertorio. Decine di minuti dei suoi monologhi sono una grossolana scopiazzatura di famosi comici americani come Bill Hicks, Steve Martin, Jerry Seinfeld, Emo Philips, Jay Leno, George Carlin, Dave Letterman e Chevy Chase. Famosi negli Stati Uniti ovviamente, e pressoché sconosciuti in Italia.
Ho cercato subito giustificazioni, istintivamente. Non ne ho trovare. Mi sono quasi precipitato su internet a cercare risposte. Ho trovato le sue. Sul suo blog. A questa pagina.
Si può leggere, tra le altre cose, che "(...)Il contesto guida l’interpretazione, sia inducendo attese che renderanno la battuta più o meno sorprendente, sia aggiungendo significati altri che permettono risate aggiuntive " ed ancora: " Originalità e miglioramento sono valori equipollenti, nell’arte (...) la battuta è un micro-racconto, e quindi vanno considerati anche ruoli attanziali e funzione comica. Prendiamo ad esempio la battuta di Emo Philips: La gente mi si avvicina e mi dice:”Emo, davvero la gente ti si avvicina?” Questo enunciato è una battuta perché:
1. la battuta “-Emo, davvero la gente ti si avvicina?-” delinea l’arci-isotopia |insulto| che è allotopica rispetto all’arci-isotopia |domanda| della premessa “La gente mi si avvicina e mi chiede:”
2. la mediazione semantica è sbagliata perché situata solo sul piano dei significanti. Si ride.
(...)Le due versioni, quindi, fanno ridere per due motivi diversi (allomorfismo topologico). "
Vi invito a leggere tutta la sua risposta e a farvi un opinione.
Per quanto riguarda me
Questo è Don Abbondio.
Quando Daniele Luttazzi parla di "arci-isotopia che è allotopica rispetto all'arci-isotopia" fa uso del peggior Latinorum. Mi ricorda da vicino la peggior cultura italiana bavosa e prona. La rettorica al posto della ragione. L'uso della lingua e della cultura per nasconde fini ed intenzioni agli occhi delle gente. Questo non me lo sarei mai aspettato da Daniele Luttazzi.
Forse mi sarei atteso un qualcosa del tipo: "E allora?I grandi artisti rubano" ma mai avrei immaginato ci invitasse a considerare "ruoli attanziali e funzione comica".
Queste sono le spesse nubi dei bizantinismi al fine di coprire la sostanza.
Il latinorum.
Più che con le scopiazzature, coi tentativi di censura, il crollo ai miei occhi della credibilità di Daniele è stato con l'intervista al Fatto Quotidiano.
L'idea che Daniele rappresentasse qualcosa di altro rispetto alla cultura italiana contemporanea, che i suoi riferimenti fossero altrove, più vasti e migliori si è eclissata.
Ne è rimasta l'immagine goffa di un italianuzzo che tenta la furbata, ultimio epigono di una tradizione illustre e, colto in fallo, rigetta le accuse e ricorre ai mezzucoli che da sempre sono stati usati per confondere le masse.
Davvero una brutta storia.
In Conclusione
Rimane una buonissima percentuale di repertorio che fa delirare e che, fino a prova contraria, è tutta farina del sacco di Luttazzi. Farina di prima qualità. Si pensi al monologo di raiperunanotte. Un monologo da collezione. Costruito sapientemente, dosato, intelligente. Ci sono dunque ottime ragioni per continuare a seguire Daniele e sostenerlo.
Resta tuttavia una macchia che sarà molto difficile lavare per Daniele, anche se credo che tutto sommato riuscirà a conservare la sua autorità comica. Le battute, come lui ha detto, sono opere d'arte e, una volta compiute, prescindono dalle qualità personali del creatore.
Ciò che più ci rimetterà sarà invece la sua credibilità personale.
D'ora in poi difenderlo dalle accuse del potere sarà per tutti noi un poco più difficile>
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Poche storie copia e basta!
RispondiEliminaSecondo me occorre considerare il valore artistico della sua citazione...
RispondiEliminaUna prima considerazione: sei veramente bravo tu a scrivere. Te lo devo. Faccio fatica a leggere tutto, causa questa di una piccola incomprensione, ma questo post è da manuale.
RispondiEliminaSeguono altre. La grandezza di una persona sta nel saper riconoscere i propri errori o le proprie colpe, in questo caso il plagio. Quando io scrivo, raramente, qualcosa di mio, facendo ricerche su Google, il materiale citato è virgolettato e cito anche la fonte.
Questo è moralmente corretto.
Ebbe, in uno spettacolo non si può citare la fonte per segmenti dello spettacolo stesso, vero, ma si può dire all'inizio, che un 30% di materiale è attinto a fonti degli U.S.A., anche in modo generico.
Non l'ha mai fatto.
Adesso, scoperto, diventa misero e banale e scende ai livelli di un Berlusconi senza averne le ricchezze la genialità del male.
L'intervento a Raiperunotte fu veramente geniale, vi si leggeva una rabbia repressa per troppo tempo, per troppi anni, che scaricava condensata in una sequenza di battute martellanti senza soluzione di continuità, come i famigerati razzi katiuscia della II^ guerra mondiale: fantastico! Questo non glielo toglie nessuno.
Quanto a seguirlo ancora, a me riesce un po' difficile se non impossibile perché in TV non c'è mai!
Come si dice tra noi blogger "quoto" in pieno.
RispondiEliminaCome diceva lo stesso Luttazzi una citazione implica che "si citi la fonte". Per cui poteva benissimo dire all'inizio delle "citazioni" o anche adottare delle convenzioni (gestuali, del tono di voce) per indicare che una certa battuta apparteneva ad altri comici.
Non l'ha fatto.
E come dici tu scende ai livelli berlusconiani ed adotta una difesa andreottiana (definizione che per altro devo a Luttazzi), cioè rifiuta le interviste, si nasconde etc etc..
E sull'ultimo punto...è difficile seguirlo non essendo mai in TV...per cui dovremo accontentarci di teatro, libri e, naturalmente, il suo blog
Bada che io non sono un blogger, sono solo un anziano pensionato che passa il tempo informandosi di politica e altro, senza averlo mai fatto prima del 2005.
RispondiEliminaQuanto al resto, ho già tante cose da leggere, tanto poco tempo disponibile (sto' blog assorbe moltissimo), tre nipoti che forse non farò in tempo a vedere ventenni...
Sono sicuro che ai nipoti farai anche in tempo di fargli un bel regalo per il matrimonio innanzitutto!
RispondiEliminaPer quanto riguarda il resto, dal punto di vista di un'analisi per funzione sei un blogger secondo me..
E per quanto riguarda me, sono un ragazzo che crede di avere qualcosa da dire, che ha tanto sudato e qualcosa studiato, e cerca un po' il suo posto nel mondo, che tutto sommato è un posto mica male, e per il quale vale la pena spendersi.
GRAZIE MAURO, TROPPO OTTIMISTA! IO HO 74 ANNI, IL PIU' 'VECCHIO' DEI MIE NIPOTI ANNI UNO E MESI OTTO!
RispondiEliminaTECNICAMENTE SI', LO SO, MA COME FORMAZIONE NO, INOLTRE HO UN ARRETRATO PAZZESCO.
PER QUANTO TI RIGUARDA, CONDIVIDO PIENAMENTE E HAI TUTTA LA MIA STIMA [PER QUELLO CHE VALE! ;-)]
Be' allora, innanzi tutto ti dico che è un onore che una persona della tua esperienza scriva nel mio blog...e per quanto riguarda l'arretratezza ti dico che non si scorge affatto ed il tuo blog senz'altro è per me un ottimo modello
RispondiEliminaGRAZIE!
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