Pyongyang ha dichiarato giovedì scorso che il suo paese doveva prepararsi ad una "guerra santa" usando il proprio "deterrente nucleare" contro la Corea del Sud rea, secondo i leader nordcoreani, di sviluppare le condizioni, particolarmente con le recenti esercitazioni militari, per lo scoppio di un conflitto.
Due o tre giorni prima, Pyongyang aveva tuttavia espresso la volontà di ignorare le "miserabili provocazioni" della Corea del Sud e aveva anche annunciato di accettare il ritorno degli ispettori della Agenzia internazionale per l'energia atomica.
Ma indiscrezioni evocano, al tempo stesso, un terzo test nucleare della Corea del Nord in risposta alle manovre militari nel sud.
Questi due discorsi contraddittori riflettono le tensioni esistenti all'interno delle alte sfere della Corea del Nord, proprio mentre avviene il passaggio di consegne tra il leader Kim Jong-il e il successore, da lui stesso nominato, Kim Jong-un, il suo terzogenito, di appena 27 anni.
La Corea del Nord è un paese debole, isolato internazionalmente. Come hanno svelato recentemente i cable di Wikileaks, anche la Cina, tradizionale alleato di Pyongyang, dimostra sempre maggiore intolleranza nei confronti di un paese considerato un "bambino viziato" e la cui politica interna ed estera diventano sempre meno giustificabili per Pechino, desiderosa di mostrarsi come Potenza Responsabile agli occhi del mondo e degli Stati Uniti.
E' facile comprendere come la paura della guerra rappresenti un mezzo utile a compattare un' "unione sacra" dietro un regime allo sbando. Sono di ieri le immagini dei bambini delle scuole medie di Ansan, intenti a compiere esercitazioni militari nella neve.
Che la Corea del Nord sia inesistente sul piano internazionale ed il regime destinato a crollare, ciò non toglie che si tratta di una potenza nucleare i cui dirigenti hanno manifestato più volte la disponibilità ad utilizzare l'atomica in caso di conflitto.
Per quanto riguarda la Corea del Sud, essa, dopo la guerra fredda, ha mantenuto un basso profilo nei confronti delle provocazione della Corea del Nord, preoccupata di mantenere e garantirsi la protezione americana.
Occorreva essere fermi davanti alle provocazioni certo, ma non troppo. Questo era il desiderio dell'opinione pubblica.
Ma con l'avvento di Lee Myung-bak alla presidenza nel 2008, grazie ad un miracolo economico duraturo, sicura di sé, la Corea del Sud ha sviluppato precise ambizioni regionali.
Essa ha manifestato più volte il desiderio di essere l'economia emergente più importante in Asia, soppiantando persino il Giappone.
Dopo il recente G-20, a Seoul, Lee ha goduto dell'appoggio del 60% dell'opinione pubblica, propagandando il sogno di una riunificazione della penisola sotto l'egida di Seul.
Ciò non si traduce necessariamente in una guerra con la Corea del Nord, ma, come era prevedibile, così è stato interpretato da Pyongyang, alimentando il sentimento di insicurezza del paese.
Dopo gli attentati sull'isola di Yeonpyeong dello scorso mese, che sono costati quattro morti - cosa mai vista dopo l'armistizio del 1953 - Lee ha perso circa il 25% del sostegno popolare, a causa principalmente della sua reazione considerata lenta e pigra.
La parola d'ordine che si è imposta a Seul è la risposta immediata a tutti i movimenti simili a quelli di Novembre. Da cui la necessità di propagandare le esercitazioni militari della scorsa settimana.
Il faccia a faccia tra una Corea sempre più imprevedibile e un'altra sempre più diffidente metterà ancora i nervi a dura prova, possiamo essere certi.
L'ambasciatore cinese alle Nazioni Unite ha recentemente dichiarato che i due paesi sono arrivati ad un soffio dalla guerra il mese scorso.
A torto o a ragione, si conta sulla Cina per "frenare" la Corea del Nord. La domanda che mi pongo è: occorre anche frenare la Corea del Sud?
Sarebbe da sganciare una bomba su quei malati di mente comunisti della Corea del Nord!!
RispondiEliminaCome si dice le guerre scoppiano quando le grandi potenze si immischiano negli affari delle piccole!
RispondiEliminaCina e Stati Uniti dovrebbero starne fuori
Marco ma cosa dici???
RispondiEliminaSe non ci fossero Stati Uniti e Cina sai quante bombe avrebbe fatto scoppiare la Corea del Nord????
Questo è proprio servilismo nei confronti del potere..grazie Stati Uniti di essere così buoni e responsabili..
RispondiEliminaIl problema vero è che la corea del nord è un mostro residuato della storia del comunismo, alias il più grande crimine della storia dell'umanità...per estirparlo anche l'uso dell'atomica andrebbe bene...
RispondiEliminaNon lo so, ma domando: qual è la forza militare della Corea del Sud? Ha un arsenale atomico?
RispondiEliminaNo non ha un arsenale atomico, ha invece un alleato molto atomico;)
RispondiEliminaOvviamente la guerra di Corea fu un errore non da poco...
RispondiElimina... e un debito sovrano astronomico, per non parlare dei problemi interni e della lotta all'ultimo sangue e fra democratici e repubblicani. Ma non conosco l'argomento.
RispondiEliminaE' lotta politica. Il problema che mi sentirei di sottolineare è anche quello della dilagante corruzione
RispondiEliminaSi, vero, ma la corruzione abbisogna di tempi tranquilli per restare sotto traccia, sia che tu alluda alla Corea del Sud che agli U.S.A.
RispondiEliminaIn ogni caso, non mi sembra che pericoli vengano da nessuna delle due Coree.
RispondiEliminaIn realtà durante i tempi tranquilli sono state fatte leggi molto restrittive per quanto concerne la corruzione. Tieni conto che attualmente in corea (del sud), per esempio per pagare l'affitto di casa, non è possibile pagare in contanti ma occorre operare una transazione bancaria al fine di garantire una verifica agli enti di controllo. Ovviamente nel caso di un conflitto l'attenzione si sposterebbe su un altro piano. E senza ricordare gli immensi profitti che si accumulano in certe mani in tempi di guerra.
RispondiEliminaPensa te! In Corea del Sud c'è la tracciabilità dei pagamenti, in Italia no: incredibile!
RispondiEliminaBe' d'altro canto mangiano i cani...
RispondiEliminaCome dire, nessuno è perfetto.
RispondiEliminaeheh, esatto
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