martedì 8 febbraio 2011

L'articolo 41, la Costituzione...e lo Stato


Mi ricollego al bel post di Alessandro relativo alla paventata modifica dell’articolo 41 che potete trovare qui. Mi consento di approfondire alcuni aspetti che risultano, per così dire, più congruenti con l’impostazione generale di SERATA DI CHIUSURA: INFORMAZIONE LIBERA e più affini alle mie personali inclinazioni.



L’intenzione stessa di modifica dell’articolo 41 risulta a mio avviso cruciale nella misura in cui consente di comprendere come oramai molte delle politiche perseguite dai differenti governi italiani assumano in buona sostanza una funzione meramente declaratoria. Lungi dall’essere capaci di incidere concretamente nella realtà sociale esse si limitano a mimare un’intenzione con speranza, più o meno ben riposta, che i soggetti coinvolti reagiscano ad essa come  se fosse effettiva.

Finiti i tempi delle ampie progettualità strutturali che hanno dotato questo paese di un sistema sanitario nazionale pubblico e gratuito,  di un sistema scolastico capillare ed insomma di un welfare state, oggi pare quasi evidente l’incapacità che riscontra lo stato di incidere sulla società.
E laddove il legislatore consideri come credibile la possibilità che un’aggiunta ad un articolo della costituzione, tutta declaratoria e di principio, si riveli capace di generare un mutamento nel sistema economico italiano… be’ ci sono implicazioni ulteriori.

Si è parlato spesso di crisi del sistema politico, imputando tale crisi ora alla crisi della classe dirigente, ora all’assetto istituzionale, ritenendo che fosse sufficiente modificare l’una e l’altra per correggere le storture e ridare efficacia ed efficienza all’impianto statale.
Quasi nessuno ha invece ritenuto, ed io mi limito soltanto a porre il quesito, anche intimamente sperando di sbagliarmi: non è forse che è proprio la forma stato ad essere andata in crisi? Voi che ne pensate
?

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