mercoledì 22 dicembre 2010

Berlusconi a Matrix e la democrazia


Per comprendere lo stato di salute nel quale versa attualmente la democrazia italiana può essere utile considerare il one man show di compiuto ieri sera da Berlusconi a Matrix.

Una serata nella quale il presidente del consiglio, dopo mesi di silenzio mediatico, si é profuso in una dura requisitoria nei confronti della magistratura, rea di sostituirsi alla sovranità popolare, e contro di essa ha annunciato il ricorso alla piazza, e l'appello diretto al popolo italiano.

Magistratura e sovranità

Giova ricordare che la prerogativa della magistratura di intervenire nel processo legislativo, il cui peso è notevolmente ridotto se rapportato, ad esempio, ai paesi di common law, non cozza contro il principio di sovranità, traendo direttamente dalla costituzione, la carta fondamentale, tale legittimità.

La cosa forse più odiosa dell'attacco berlusconiano è che impone una divisione artificiosa tra i partigiani di Berlusconi e gli altri, che per natura di cose, tendono a strutturarsi come partigiani della magistratura.
Il processo è dunque nocivo nella misura in cui costringe alla difesa di un organo dello stato che in realtà necessiterebbe di ampie e capillari riforme, le cui storture a livello di errori e tempistiche sono macroscopiche.
Dunque il bivio che si sviluppa conduce ad esiti egualmente distorti: o una magistratura sottomessa all'esecutivo, o una magistratura bloccata, inefficiente ed inefficace.

Piazza e istituzioni

Nonostante quello che probabilmente si scriverà nei giorni a venire l'appello di Berlusconi alla piazza non è illegale nè eversivo in sè: è invece una pratica specificatamente democratica legata al generale diritto di libertà d'espressione.
Ed è in questo che risiede l'intelligenza politica di Berlusconi: nella capacità di piegare ogni strumento ad un fine. Altrimenti detto Berlusconi adotta un metodo quasi stalinista nel momento in cui si appropria di prassi, idee e parole d'ordine di provenienza eterogenea, li svuota di senso e quindi ne fa un uso antitetico rispetto ai fini originari.
Chiunque intenda dunque confutarlo è costretto ad operare una specificazione che indebolisce il discorso. Non potendo negare il principio della libertà di manifestazione, è costretto a specificare: "è generalmente giusto, ma in questo caso...".
Il che genera un'asimmetria discorsiva a tutto vantaggio di  Berlusconi.

Conclusioni parziali e parcellizzate 

Ciò che mi sembra emerga in maniera piuttosto evidente è che Berlusconi è disposto a molto per conservare il  suo ruolo e la sua posizione. Molto dell'unità sociale del paese, molto della stabilità delle istituzioni, molto finanche della sua credibilità.
Resta da domandarsi quanti dei suoi saranno disposti a seguirlo in questa spirale parossistica di degradazione.

E per voi? Quali saranno le prossime mosse di Berlusconi?

7 commenti:

  1. Forse il problema è che si parla sempre solo di Berlusconi?

    RispondiElimina
  2. MA DAI! SE UNO HA IL CANCRO DI COSA VUOI CHE PARLI, DI FAVOLETTE?

    RispondiElimina
  3. L'ITALIA HA IL CANCRO, ALLO STADIO TERMINALE, DOPO C'E' IL DISASTRO!

    RispondiElimina
  4. Sono totalmente d'accordo con te Luigi...
    a volte mi domando se tuttavia vi fosse dalle altre parti un'idea differente di paese, un'idea nel senso di proposta/obiettivo/mete...
    ci penso e mi spiaccio a sapere che anche impostare un discorso in questo modo è qualcosa di vecchio, qualcosa detto e ripetuto in mille occasioni milioni di volte
    Mi vien da pensare a questo paese come il toro ferito a morte innanzi al drappo rosso del torero, spacciato. Qualsiasi mossa egli faccia non può che approssimarsi al suo destino di vittima

    RispondiElimina
  5. ECCO, QUESTO E' UN CLAMOROSO ECCESSO DI PESSIMISMO. IL TORO ITALIANO NON E FACILE DA ABBATTERE, NEANCHE IL FAMIGERATO 'VENTENNIO' DEL SECOLO SCORSO E IL DISASTRO DELLA II^ GUERRA MONDIALE C'E' RIUSCITO. CERTO, LA CLASSE POLITICA ED INTELLETTUALE DEI QUEI TEMPI ERA DI TAL VALORE DA FAR SCOMPARIRE PER LA VERGOGNA - SE NE FOSSERO CAPACI -I POLITICI E GLI INTELLETTUALI MODERNI, DI FINE SECOLO E INIZIO MILLENNIO. MA NEANCHE LA POCHEZZA DEI POLITICI DI TUTTO L'ARCO COSTITUZIONALE CI RIUSCIRA'. NON E' NON SARA' FACILE, AVERE UN PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA COSI' AFONO NON AIUTA E VINCERE LA GUERRA CON I FUCILI A TAPPO (LI HAI CONOSCIUTI?) CONTRO CHI USA LE MODERNISSIME E MICIDIALI ARMI DELLA COMUNICAZIONE DI MASSA SARA' LUNGA E DIFFICILE. NON DIMENTICHIAMO CHE ANCHE L'ANAGRAFE AIUTA. INSOMMA, SIAMO COL CULO PER TERRA!!

    RispondiElimina
  6. Anche questo mi sembra un eccesso di pessimismo...tutto sommato, anche se costa fatica scriverlo, può essere che la battaglia non si giochi, o almeno non solo, nel campo dell'informazione/ comunicazione ma della politica. Illo ha perso due volte. Ne ha vinte altrettante. Ovviamente serate come quelle a Matrix, Porta a Porta, quotidiani incensamenti su rete 4, 5, italia 1, rai 1, rai 2 aiutano e distorcono ma, ci sono un sacco di ma.

    RispondiElimina