martedì 25 gennaio 2011

Taiwan e la Cina 2. Quale esito?

Fronte alla situazione descritta nel precedente post, il governo di Pechino nell'ultimo periodo si è dichiarato favorevole ad una "riunificazione pacifica della Patria", addolcendo di molto la sua posizione che prima era contrassegnata dallo slogan "liberare a qualsiasi costoTaiwan".
La proposta di riunificazione della Cina continentale riprende dunque la stessa formula della RAS (regione ad autonomia speciale) utilizzata per Macao e Honk Kong: uno stato, due sistemi economici e sociali.

Taiwan potrà, in questa prospettiva, mantenere le proprie forze armate, il suo sistema economico e lo stile di vita. Il governo cinese promette ugualmente di non interferire negli affari locali e nei rapporti economici e culturali di Taiwan con l'estero. Taiwan continuerà a condurre nel modo che ritiene più opportuno la propria diplomazia economica e culturale, in cambio del riconoscimento della supremazia politica della Cina.

Tutto ciò non solleva solleva alcun entusiasmo a Taiwan. I taiwanesi evidenziano i problemi affrontati nel corso della riunificazione tedesca, un'operazione lunga e costosa e le differenze economiche tra i due paesi. Oggi 22 milioni di taiwanesi producono un prodotto nazionale che rappresenta la metà della ricchezza nazionale prodotta da più di un miliardo di cinesi. Un tenore di vita 5 volte superiore a quella della Cina.
Inoltre, oggi Taiwan può essere descritta come una vera democrazia.

Dal punto di vista economico i due paesi conoscono un avvicinamento sostanziale: gli interscambi commerciali  sono rapidamente incremento dal 1987. Taiwan oggi è il quarto partner commerciale della Cina continentale,  30 000 aziende taiwanesi operano sul continente e più di 100 000 cittadini taiwanesi vivere stabilmente in Cina.

Oltre a questa dipendenza economica, la Cina fa anche leva sull'arma militare.
Centinaia di missili sono puntati su Taiwan. Missili ovviamente destinati ad avere un effetto deterrente: ad esempio, nel 1995 e 1996, in concomitanza con le elezioni parlamentari e presidenziali, la Cina ha effettuato tre lanci di missili. L'esuberanza militare cinese è volta a promuovere sull'isola un gruppo di pressione che favorisca una politica accomodante nei confronti della Cina continentale e indebolisca il movimento indipendentista che esiste a Taiwan.

Tuttavia l'impatto di queste prove di forza è stato alquanto scarso. Il dibattito politico è rimasto in gran parte insulare e la questione della riunificazione non ha assolutamente monopolizzato la campagna elettorale. Si è piuttosto riscontrato che, durante la campagna elettorale, tra l'80 e il 90% degli elettori si dimostrava del tutto contrario alla riunificazione con la Cina.

La legge cinese del marzo 2005, ufficialmente chiamata legge anti-secessione, che legittima l'uso della forza a fronte di eventuali dichiarazioni d'indipendenza, è stata considerata come l'espressione delle intenzioni aggressive da parte della Cina nei confronti di Taiwan.

Fronte a quelle che sono state considerate provocazioni, Taiwan ha manifestato l'ambizione di divenire uno stato sovrano ed ha considerato improponibile qualsiasi prospettiva di reunificazione fino a quando la Cina continentale  non svilupperà realmente un sistema politico democratico e pluralista.
In questa prospettiva, il 4 marzo 2007, Taiwan ha proclamato un nuovo elenco di 4 desideri:
- Taiwan vuole l'indipendenza.
- Taiwan vuole cambiare il suo nome.
- Taiwan vuole una nuova costituzione.
- Taiwan vuole crescere.
Il momento della proclamazione è stato scelto accuratamente, proprio in coincidenza con le olimpiadi di Pechino, momento nel quale la cina era sostanzialmente impossibilitata ad agire.

Come si può comprendere i momenti di attrito tra i due paesi restano molti. Ugualmente la stessa presenza  di questi attriti è utile a mostrare che, nonostante il tempo passato, l'Asia non è ancora uscita dall'assetto generato dalla fine della seconda guerra mondiale
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4 commenti:

  1. E cosa ne pensa la communità internazionale : l'UE, gli US, gli altri paesi dell'Asia ?

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  2. Della situazione : della volontà di riunificazione cinese e della volontà d'indipendenza di Taiwan... La communità internazionale è divisa ? unita ? passiva ?

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  3. Dunque, distinguo le due cose. La comunità internazionale, nella sua massima rappresentanza, l'Onu, è bloccata dal potere di veto della Repubblica Popolare. Dunque non è prevedibile che ottenga un riconoscimento in questa sede. Dal punto di vista dei singoli stati Taiwan non è riconosciuta che da piccole realtà statale e dal Vaticano.
    Per quanto concerne la riunificazione la Cina dovrà compiere ogni singolo passo e con estrema attenzione, gli Usa continuano a considerare Taiwan come la "portaerei innaffondabile", prova ne è, ad esempio, l'ipotesi di Bush jr di inserire all'interno dello "scudo spaziale" Taiwan. La Cina allo stadio attuale non può assolutamente opporsi in maniera recisa a Washington.
    Se ti senti di aggiungere qualcosa ne sarei veramente davvero contento

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