lunedì 31 gennaio 2011

Primarie all'americana, alla francese e all'Italiana

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Anche il Partito socialista francese utilizzerà le "primarie", nell'autunno 2011, per la designazione del suo candidato alle elezioni presidenziali.  Si tratta di una opportunità unica per la sinistra francese di calamitare l'attenzione dei media da giugno a novembre 2011, perché una tale competizione ha le caratteristiche per diventare davvero molto interessante e catturare l'immaginazione di tutti i francesi. 


Il Partito Socialista Francese è l'unico grande partito politico francese che terrà delle primarie per le prossime elezioni presidenziali. Il presidente Sarkozy è naturalmente candidato per il secondo mandato, e dunque  il suo partito, l'UMP, non terrà delle primarie. Sul fronte dei media, dunque, il Partito Socialista sarà solo e questo è un vantaggio importante.


Già molte candidature sono state annunciate, tra cui quella di Arnaud Montebourg che ha presieduto il comitato del Partito Socialista per la primarie, quella di Segolene Royal, che ha raccolto più di 18 milioni di voti durante le ultime elezioni presidenziali contro Nicolas Sarkozy e quella di  Manuel Valls.  Ne verranno altre, le più attese sono quelle di Martine Aubry, segretario del partito socialista e di Daniel Strauss-Kahn, presidente del fondo monetario internazionale.

I media francesi dedicano sempre più spazio a queste elezioni e non appena un candidato fa una dichiarazione interessante, subito i media si precipitano e ne fanno oggetto di dibattiti, interviste e serviziE' accaduto per la posizione di Manuel Valls sulla questione delle 35 ore. 
Questa legge, uno dei lasciti più forti della progettualità del governo socialista di Jospine e ferocemente osteggiato dalla destra e modificata dal presidente Sarkozy per permettere ai francesi di "lavorare di più per guadagnare di più." Che il socialista Valls proponga oggi di "sbloccare le 35 ore per consentire alle imprese di aumentare i salari" diventa oggetto di dibattito e tutti i media trattano di questo argomento. 

Ancor più rivelatrice è la posizione del Partito Socialista della signora Aubry di fronte alla proposta Valls: per lei è semplicemente inaccettabile che un candidato alle "primarie" critichi radicalmente leggi che sono state adottate in passato da un governo socialista, e particolarmente le 35 ore. La signora Aubry minaccia di espellere Valls se non rispetta la "linea ufficiale" . Invece di discutere. dunque, minaccia. Secondo una voce, ben fondata, esiste un accordo fra Daniel Strauss-Kahn, Royal e Aubry che prevede che nel caso di candidatura del primo,gli altri si ritirerebbero a suo favore.


Se una cosa del genere dovesse accadere, tutta la suspense che verrebbe generata da una vera competizione per la scelta del candidato scomparirebbe ipso facto. La stampa non darebbe che una copertura minima di questo evento proprio poiché disprezzato in primis dai suoi principali dirigenti. 


Sarebbe un errore di calcolo nella misura in cui il PSF ignora che la battaglia elettorale è anche commercio d'immagine. Nelle primarie degli Stati Uniti nessun candidato rinuncerebbe a favore di un'altro. Nel corso delle ultime primarie democratiche, tutti i candidati si sono impegnati fino all'ultimo minuto in una battaglia di titani. Il confronto è stato duro e intenso e solo dopo i risultati del voto i candidati sconfitti si sono mobilitate per Obama.


Il partito democratico, su cui è concentrata l'attenzione del mondo intero, è stato il vincitore, grazie a tutta la pubblicità dei media che la rivalità tra i candidati ha generato.  I Democratici sono riusciti non solo ad eleggere Obama alle elezioni politiche, ma anche ad avere la maggioranza alla Camera dei rappresentanti e al Senato. 


Qualcuno potrà obiettare che la politica in Italia non è come negli Stati Uniti o in Francia. 
Osservazione vera, ma che tuttavia non realizza come l'elettore sia un'elettore ovunque si trovi, e come egli segua con occhio distratto l'evoluzione dello scenario politico che lo interessa.
Ma la sua attenzione si acutizza di fronte al clamore suscitato da dichiarazioni coraggiose, dibattiti democratici aperti e onesti.


A mio parere il risultato delle primarie  del Partito Democratico di Bersani deve essere frutto di uno scontro vero e sano tra tutti i candidati che aspirano a diventare Presidenti del Consiglio. Se invece queste primarie rappresenteranno come al solito un mero espediente propagandistico e saranno sabotate dagli interessi e dalle strategie dei leader del partito, il PD mancherà il bersaglio e una meravigliosa opportunità per acquistare credito e consenso.


Aggiungo, in conclusione, una considerazione di carattere più culturale: accettare e proporre alla società italiana un modello di primarie vere e democratiche è anche proporre un modello di società capace di contrapporsi orgogliosamente al modello berlusconiano di stampo populista nel quale il leader cade dall'alto, e proporre invece un modello aperto, in cui le opportunità sono per tutti, in base al merito e alle capacità e non a sordidi legami con il capo.


3 commenti:

  1. Ciao !
    Piccola cosa prima di fare un vera risposta : il patto tra i leaders del PS concernerebbe solo Aubry e DSK, mi pare, ma non sono sicurissima. La signora Royal ha troppa ambizione per lasciare cosi' facilmente il posto ;)

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  2. No Ariane anche la Royal, è una notizia riportata sia su Liberation che su Le Monde;)

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  3. Ah, perchè avevo letto un sacco di dicchiarazioni della Royal, rifiutando di farne parte...En tout cas, bravo! comme je suis fière de toi :)

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