venerdì 17 dicembre 2010

La non caduta del governo Berlusconi: infiltrati tra i manifestanti?

L'immagine fa riferimento al sito di Repubblica
Infiltrati tra i manifestanti

La cosa probabilmente non scuoterà più che tanto il muro di indifferenza della maggioranza degli Italiani.
Ma quanto sta emergendo, se dovesse venire confermato, emana un cattivo odore di anni di piombo e strategia della tensione.
In breve il PD denuncia la presenza di "infiltrati che hanno messo a rischio i manifestanti e le forze dell'ordine"(Anna Finocchiaro) nel corso delle manifestazioni che hanno messo a ferro e fuoco la città ieri.
E' difficile ovviamente sviluppare un ragionamento su un fatto che risulta da accertare ed, al momento, al più, può qualificarsi come illazione.
Ma tuttavia può essere analizzato in quanto sintomo dello stato attuale della politica Italiana.

Data una situazione estremamente critica per il governo Berlusconi, a fronte della crisi parlamentare e dell'esecutivo, del distaccamento di frange importanti dell'establishment, di un'acutizzata tensione sociale data tanto dalle malsane condizioni economiche che dall'inasprirsi della protesta studentesca, allora occorre forse compiere un'analisi per funzione. Non si tratta di porsi la domanda del "a chi giova?", ma piuttosto di inserire la questione all'interno dello scenario per cercare di ricavarne connessioni ed esplicazioni.
Quali potrebbero essere dunque le conseguenze di manifestazioni violente a livello sociale e politico?
Ne azzardo qualcuna: paura e timore da parte della maggioranza dei cittadini, avversione da parte dell'establishment nei confronti di una situazione sociale non facilmente governabile, condanna generalizzata nei confronti dei movimenti e delle loro "aree di contiguità"
E quindi: ricerca di una formula politica capace al tempo stesso di evitare recrudescenze violente e di proporre e mantenere una pacificazione sociale, per quanto forzata.
E dunque: messa all'angolo dei movimenti di protesta, dell'area del dissenso e, più in generale, delle aree di critica e di alternativa, includendo in questa categoria tutte quelle forze che si oppongono all'esecutivo (FLI, PD, 5 stelle..)
Conclusione: una curiosa congruenza tra le necessità del governo Berlusconi e le conseguenze che sopra ho esplicato

Tutto ciò ovviamente non può che far pensare a quanto accadde negli anni '70, momento nel quale, a fronte dell'inasprirsi dei conflitti sociali, si sviluppò quella che venne ribattezzata "strategia della tensione", con un uso spregiudicato di frange non meglio specificate dello stato al fine di innalzare il livello della tensione e compattare l'elettorato moderato verso il partito della democrazia cristiana.
Il giochino riuscì, ma portò con se una serie di lutti e morti impressionanti, risultando una ferita che ancor oggi fatica a rimarginarsi.


E per voi? quale significato attribuite alla presenza di infiltrati nei cortei?

12 commenti:

  1. Senza andare troppo lontano basterebbe pensare a Genova!

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  2. Ma ancora con queste cose??Voi comunisti siete davvero incredibili!!!!Berlusconi ha vinto perché è il più forte invece che inventarvi infiltrati o complotti vari forse fareste bene a cercare di migliorare la situazione del pd!!!!!

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  3. Guarda che non c'è mica bisogno di essere comunisti per capire che sta gente sono per lo più ladri...

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  4. Ringrazio sia Federico sia Margherita per aver voluto esprimere la loro opinione...ma vi pongo una domanda, che è anche una delle questioni di fondo del mio articolo: ma secondo voi un'analisi per funzione è l'approccio più giusto?

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  5. Sinceramente non credo che la situazione attuale sia paragonabile a quella del '77 nè a Genova 2001. Nel '77 non c'era una rete alternativa di comunicazione. Oggi, poche ore dopo gli arresti di martedì, si analizzavano già le foto, le facce e venivano identificati anche dei fotogrammi fasulli (in realtà canadesi).
    Quando morì Giorgiana Masi la notizia si diffuse solo molte ore dopo, nemmeno chi c'era (si possono leggere le testimonianze) ne fu consapevole se non chi nelle immediate vicinanze.
    Genova 2001 ebbe una valenza internazionale e fu frutto di una strategia ben precisa, non decisa solo da Fini rinchiuso a Forte San Giuliano (ricordiamocelo quando si osanna Fini come la nuova alternativa).
    A Londra (e gli inglesi popolo veramente democratico che ha tagliato la testa ad un re)nel giro di poco tempo aspre contestazioni.
    Ad Atene..le immagini dell'ex ministro l'hanno viste tutti.
    Tutti centri sociali? Tutti anarchici insurrezionalisti? Forse solo e semplicemente tutti figli della crisi.
    Ora aspetto la Spagna e le banlieue francesi.

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  6. La strategia è sempre quella, si capisce benissimo, ma non capisco perchè continuare a voler far parte di questo giochino. Voglio dire, se scendo in piazza e mi strumentalizzano se altri compiono vandalismi e se rischio di pigliare ingiuste botte non ci vado e vorrei non ci andasse nessuno così vorrei vedere cosa riuscirebbero a strumentalizzare.
    Disertiamo le piazza e votiamo in massa contro Silvio. NON CI VUOLE TANTO!!!

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  7. Due commenti che condivido in pieno.
    Audrey devo dire soprattutto la seconda parte, quando individui la portata internazionale delle manifestazioni e della crisi, idem per quanto riguarda Fini. Ma ti pongo una domanda, posto che le condizioni sono diverse, vedi o non vedi le stesse intenzioni, il "filo rosso" diciamo..

    Dannox, devo dire che mi ha fatto riflettere il tuo commento. Effettivamente sembra proprio che l'essenziale certe volte sia invisibile agli occhi. Ma d'altro canto non credi che disertare le piazze sia un sintomo un poco preoccupante?

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  8. Il fil rouge che vedo è la strumentalizzazione che lo Stato può e fa di avvenimenti di questo genere.
    Nel '77 servirono a Kossiga (ministro degli Interni) per le leggi speciali sull'ordine pubblico condivise anche dal PCI.
    Nel 2001 furono la definitiva benedizione di Berlusconi come elemento di salvaguardia contro la sinistra violenta e antilibertaria.
    Oggi, stanno tentando lo syesso "giochetto".
    Ma è più difficile convincere gli stomaci vuoti (Marx e Mao insegnano).

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  9. Sembra che costantemente, forse per assuefazione, ci dimentichiamo che la gran parte degli organi di informazione sono in mano all'attuale boss del governo.
    La stessa presunta "imparzialità" in alcuni notiziari, di fatto rendono un servizio indiretto al B.
    Questa penso sia la grossa differenza rispetto agli anni 70.
    L'assunto al quale dobbiamo fare riferimento, è che lo Stato, nel momento in cui viene messo in discussione, diventa violento.
    Fu violento nel luglio 60 a Reggio Emilia e in Sicilia per "vendicarsi" dell'umiliazione subita 7 giorni prima a Genova.
    A volte non ricordiamo che nel 75, alla sola possibilità di un ingresso del PCI al governo la Nato predispose la possibilità di un "intervento".
    La svolta delle Brigate Rosse, inizia in realtà dopo l'arresto di Curcio, quando i vari "frate mitra"(Silvano Girotto) entrano come protagonisti degli eventi.
    Passando a Genova 2001 le condizioni politiche sono completamente mutate: non esiste più il più importante partito comunista dell'occidente, e un piduista, con in mano i media, a Genova organizza una vera e propria trappola a dimostrazione che un golpe di fatto era ancora possibile. La macelleria messicana della Diaz è solo il dare in pasto ai sovraeccitati servitori dello stato sangue a sufficenza a placare i loro istinti primordiali. La consapevolezza dell'impunità assoluta.
    Concordo sull'oggi quando scrivi che il "a chi giova?" oggi è meglio dimenticarlo, e fare riferimento allo scenario.
    ...per quanto accaduto martedì resto del parere che "facilitatori" hanno contribuito a ciò che è successo. Improvvisamente vengono tralasciati i numeri delle quattro manifestazioni che hanno attraversato Roma e che quella gente che stava manifestando al di la del risultato della fiducia a Montecitorio, erano la prova evidente (se ce ne fosse stato bisogno) del completo fallimento della politica berlusconiana.
    .....il fatto che si continui a parlare della violenza e degli "infiltrati" è la dimostrazione che la turpe manovra di berlusconi è riuscita.

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  10. Quoto audrey, condivido in pieno. Non voglio parlare di uso dello strano, ma di congruenza. Ma ci siamo capiti, credo. Kossiga con la k d'altronde è un altro pezzetto di storia che converrebbe affrontare, e magari condannare o no?

    Loris, anche questo mi ha fatto riflettere. Cioè che effettivamente, ed involontariamente, con il proprio lavoro si entra inconsapevolmente all'interno di uno scenario che risulta funzionale a...
    Però d'altronde questo blog si pone necessariamente come controinformazione, e pertanto credo sia opportuno parlare e rispondere a quanto affermato dall'"informazione" (che come dici tu, diviene "ambiente", scenario). Ovviamente c'è il rischio di sviluppare un discorso autoreferenziale, cioè sbrodolarsi le cose tra noi "che già sappiamo". Ci devo riflettere.
    Piccolo appunto, frate Mitra è venuto prima dell'arresto, lo ha anzi determinato;)

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  11. Infatti l'arresto di Curcio e Franceschini, e non di Moretti, fu lo spartiacque tra quelli considerati "compagni che sbagliano" e il mix di infiltrazioni e contiguità con apparati "deviati" dello Stato.
    Forse vado un po troppo a memoria, ma Curcio al di la delle teorizzazioni non si macchiò mai di fatti di sangue, cosa che avvenne tragicamente con la nuova direzione politica.

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  12. Ad ogni modo, mi pare di poter sottolineare che un piccolo progresso nel nostro paese sia stato compiuto, nella misura in cui determinate sette di pazzi sanguinari non trovano più spazio neanche nelle aree più estreme..
    Mi pare che gli studenti di oggi, nei loro limiti, abbiano finalmente superato l'approccio ideologico ai problemi per considerarli nella loro concretezza...come anche ha scritto Saviano devono però imparare a tenere ben lontani quel piccolo manipolo di imbecilli che screditano tutta la protesta, che è in assoluta maggioranza pacifica e democratica

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