giovedì 30 dicembre 2010

10 desideri per il 2011. O sarebbe meglio chiamarli sogni?




1
- U
n governo stabile, che sia finalmente capace di rispondere ai bisogni del paese, che produca delle politiche organiche e coerenti a bisogni da troppo tempo ignorati.







2- Una riforma dell'università, che traghetti infine il vecchio, polveroso e stantio mondo accademico italiano nel nuovo millennio.
  • Una riforma che sia capace di collegare in maniera sostanziale il mondo universitario con il mondo del lavoro. Non è concepibile che i professori continuino imperterriti nelle loro dotte dissertazioni senza minimamente tenere in conto le necessità dei giovani di trovare un lavoro e delle aziende di disporre di personale formato.
  • Una riforma che garantisca la regolarità dei percorsi di studio. Non è possibile che il 70% degli studenti italiani sia fuoricorso, contro le percentuali infinitesimali degli altri stati dell'unione europea.
  • Soldi. Investimenti. Raddoppiare, triplicare gli investimenti nell'istruzione e nella ricerca. Condizione sine qua non per rispondere alle sfide del mondo contemporaneo, per garantire una crescita equilibrata ed il mantenimento ed il miglioramente delle condizioni della società tutta
3- Una nuova legge elettorale, che consenta agli elettori di scegliere i propri rappresentanti e garantisca la composizione di un parlamento reale specchio delle preferenze del paese.

4- Una politica del lavoro coerente, riprendere in mano un discorso lasciato da parte. Il lavoro come categoria centrale di analisi della società. Produrre politiche di incentivo e di sostegno. Produrre politiche congruenti con l'articolo 1 della Costituzione che sancisce come la repubblica italiana sia fondata sul lavoro.
  • Rimettere al centro i lavoratori, strutturare nuovi meccanismi di garanzia e protezione sociale, consapevoli che in un paese democratico il benessere è possibile solo se è condiviso da tutti i cittadini.
5- Una politica di sostegno della domanda, il che vuol dire riconsiderare i tentativi neoliberisti degli ultimi anni per porre lo stato nuovamente attore economico che produca interventi non paternalistici, ma investimenti produttivi capaci di creare valore aggiunto e sostenere i redditi.

6- Investimenti nella ricerca, promuovere economie di scala. Riconsiderare ruolo e funzione della ricerca accompagnandola ad una più congruente relazione col mondo produttivo. Ricerca di nuovi player capaci di giocare un ruolo attivo nel business della ricerca.

7- Una politica di riequilibrio dei redditi, gravemente distorti negli ultimi anni, a detrimento del ceto medio e delle classi meno agiate. Una più giusta distribuzione della ricchezza nazionale indurrà un più facile humus per una crescita rilevante del paese.

8- Legalità, condizione sine qua non per lo sviluppo dell'Italia. Illegalità e corruzione producono economie distorte, inefficienze e sprechi. La lotta per la legalità deve passare per la considerazione che non si tratta di una battaglia etica o moralistica, bensì di una più vasta lotta politica che tocca gli interessi di ognuno.

9- Morale, dalla considerazione che ogni democrazia per preservarsi e crescere necessita di una morale pubblica condivisa, garanzia più forte della coercizione o della persuasione.

10- Sobrietà, dopo tanti fuochi d'artificio che dopo il botto e le luci hanno lasciato solo tanto fumo e odore di polvere da sparo, rivendichiamo il diritto ad una classe politica sobria, silenziosa, tutta sostanza, lavoro e serietà. Una classe politica che non ci seduca con le sue scorribande nel gossip ma invece ci annoi, e intanto che noi sbadigliamo, traghetti l'Italia in mari più tranquilli.
E' VERAMENTE IMPORTANTE SOSTENERE IL NOSTRO LAVORO

4 commenti:

  1. REBUS SIC STANTIBUS, SOGNI SONO. BUON ANNO.

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  2. Buon anno a te, che il momento più bello dell'anno passato sia il meno bello di quello che verrà!

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  3. finche' certa gente sta seduta in poltrona coperta di agi, la vedo dura. Magari se si gli si toglie lo stipendio sicuro, una pensione dopo pochi anni di dolce far niente, esiste la possibilita' di pensare a far bene.
    Perche' non proponiamo la meritocrazia anche per chi governa?
    Sicuramente le cose miglioreranno ma se non ci pensiamo noi comuni, che siamo la maggioranza, a fare qualcosa, tutto quello che e' stato conquistato 40/50 anni fa sara' solo piu' storia e non attualita'.
    Buon anno nuovo nelle speranza che sia un anno ricco di soddisfazioni per tutti.

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  4. Quoto un pieno. Si ritorna all'ottocento. O almeno questa è la sensazione. Penso sia interessante e paradigmatico parlare di quanto sta succedendo alla Fiat. Lo farò nei prossimi post. Sto incominciando a studiare la situazione e ci sono veramente molti temi da affrontare

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