Sta poco a poco finendo un'epoca.
L'epoca di Silvio Berlusconi.
Un uomo che non può non dirsi grande e al quale più d'una riga della storia nostra sarà dedicata. Finisce con lui un'epoca a tinte forti, nella quale più volte le ombre hanno minacciato di coprire del tutto e vanificare le luci e le speranze che pure, audacemente, continuavano a voler crescere, protette negli interstizi più sani di quel tessuto, economico, politico, sociale che pareva dover marcire tutto.
Finisce a pochi passi dal precipizio di una crisi finanziaria irreconciliabile. Finisce quando lo "spread", questa strana parola, in fretta divenuta a tutti gli italiani familiare, stava per travolgere tutto.
Ora, proprio ora, che questo nostro paese si scopre così fragile, vulnerabile, incerto al suo interno, attorniato da sfiducia fuori e pressioni centrifughe dentro, ora, questo nostro stivale, ci scopriamo ad amarlo di un amore più sentito, in tutte le frammentate sfumature di cui si compone, dai caldi e forti colori del nostro sud a quella pianura padana su cui tanta retorica politica è stata compiuta.
Vent'anni stanno infine per consegnarsi alla storia, e ci si scopre all'improvviso stanchi di quelle facce, dei volti, di quelle parole, sempre più pesanti sempre più vuote, che hanno accompagnato questo strambo declino italiano, sul cui esito, ancora oggi, nessuno sa dire con certezza.
Finisce un poco com'era cominciata tanti, tanti anni fa. Voto parlamentare, sgretolarsi di una maggioranza e la sconfitta, scolpita, sul volto di quell'uomo che perdere non ha saputo mai e guardandosi attorno, godendosi gli ultimi esausti applausi sembra domandarsi il dubbio di un "Che Fare?" solo poco più personale e stravolto.
Non è il momento di trarre bilanci, adesso, che in corso è la storia ed il passaggio. La fine. La gente che si ammucchia imprecando intorno ai palazzi del potere, gli antichi, Palazzo Chigi, e quelli che si è imparato a conoscere, Palazzo Grazioli, la gente urlante senza posa dimisisioni-dimissioni, e che confida nella notte in una catarsi che difficilmente verrà se non a costo di sacrifici, i loro, e di lunghi tempi, quelli della politica.
Ma del patto di stabilità, nessuno ne parla?
RispondiEliminaSì, ne parleremo,ma hai perfettamente ragione, é un punto cruciale
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